
Prefazione
dell'opera
"LA
PUBBLICITA' E I SUOI CONTRATTI TIPICI"
di Amedeo Nigra
Maggioli, Rimini,
pag. 374, L. 54.000
PUBBLICITA'. FORME E REGOLE.
Prefazione a cura di Aldo Bonomo (*)
Nel
lavoro di Amedeo Nigra prevale nettamente l'aspetto descrittivo.
L'opera consiste in un ampio inventario fenomenologico della comunicazione
pubblicitaria e della relativa regolamentazione.
E' perciò un lavoro interessante e utile, costituendo la
provvista cui lo studioso o semplicemente l'interessato può
attingere per un'informazione essenziale su qualunque argomento
riguardante la pubblicità e i temi connessi.
L'Autore accantona ogni remora attinente ad una visione sistematica
dell'insieme e si preoccupa di analizzare il fenomeno pubblicitario
in tutte le sue molteplici forme.
L'esame infatti spazia dall'enunciazione delle fonti legislative
in materia pubblicitaria, all'analisi delle varie forme di pubblicità
esistenti (pubblicità occulta, subliminale, comparativa,
satirica), con particolare attenzione ad alcuni settori in cui viene
utilizzato il messaggio pubblicitario (pubblicità di medicinali,
di bevande alcoliche, di prodotti da fumo, cosmetici etc.).
Lo studio è completato con l'esame dei principali contratti
in materia pubblicitaria, con riguardo speciale al recente e sempre
più attuale fenomeno legato all'offerta e alla comunicazione
pubblicitaria in rete e con l'analisi delle varie fattispecie di
pubblicità ingannevole.
Un intero capitolo viene infine dedicato ad un'analisi della materia
pubblicitaria sotto il profilo tributario.
Il testo è volutamente costruito dall'Autore in modo schematico
e sintetico, soprattutto per la vastità e molteplicità
dei temi trattati.
L'analisi è inoltre corredata dal richiamo dei più
recenti orientamenti della giurisprudenza relativamente ai vari
elementi della materia pubblicitaria di volta in volta esaminati
dall'Autore.
E' un saggio completo, benché sintetico, scritto in modo
chiaro, ricco di spunti di studio e di riflessione: si può
dire che l'opera copra "il dedotto e il deducibile" nella
vastissima materia.
Ma la completezza non è il solo pregio.
La molteplicità degli spunti contribuisce a dimostrare l'inadeguatezza
della tesi secondo cui la pubblicità è semplicemente
espressione di attività commerciale, meritevole come tale
della tutela costituzionale dell'iniziativa economica.
"Viene fuori" dalla rassegna di Amedeo Nigra la dignità
della comunicazione pubblicitaria quale espressione peculiare del
pensiero, che spesso presenta un carattere creativo e connotati
di originalità.
Certamente la pubblicità è strumentale al consumo,
ed è perciò suggestiva.
Ma il carattere strumentale si palesa nei segni di riconoscibilità
e di trasparenza che sollecitano il discernimento critico dell'osservatore.
Giova infine tener presente un altro aspetto funzionale della pubblicità:
quello di finanziamento dei veicoli in cui è inserita e in
particolare della stampa e della radiodiffusione.
Senza dubbio si potrebbe assegnare al saggio di Amedeo Nigra il
titolo kantiano "Prolegomeni ad ogni futura trattazione
che voglia presentarsi come dottrina della pubblicità".
(*)
Aldo Bonomo, noto Avvocato milanese, è stato difensore e
protagonista delle più note controversie in tema di pubblicità
e di comunicazione televisiva.
LA
PUBBLICITÀ E IL DIRITTO
Prefazione a cura di Carlo Momigliano (*)
Il
testo di Amedeo Nigra su La Pubblicità e i suoi contratti
tipici fornisce al lettore una duplice utilità:
- Una utilità
per così dire esplicita, "fenomenica", per il
suo carattere efficacemente descrittivo della problematica della
normazione della pubblicità, con una tecnica talora più
simile a quella del "motore di ricerca" che a quella
manualistico-sistematica; carattere che ne fa uno strumento prezioso
sia per l’operatore economico sia per il ricercatore;
- Una utilità
implicita e "noumenica" per lo stimolo "nomotetico"
e non solo descrittivo che, peraltro, affiora in diversi passaggi
del testo, soprattutto nei primi capitoli dove più patente
emerge il giudizio di valore dell’Autore sul fenomeno economico-sociale
rappresentato dalla pubblicità.
Per
questo secondo aspetto, Amedeo Nigra contribuisce con alcuni brillanti
innovazioni (la pubblicità come "democrazia economica";
il carattere articolato e non monolitico del fenomeno pubblicitario,
tanto da rendere più produttivo scientificamente il concetto
de "le pubblicità" invece de "la
pubblicità"; l’autodisciplina come strumento più
efficace di tutela della ottima allocazione delle risorse) a rinvigorire
quel filone scientifico che, come vedremo più sotto, può
essere chiamato dell’"ideologia pubblicitaria"; inoltre
smentisce radicalmente il luogo comune che la pubblicità/le
pubblicità costituiscano una sorta di Far West privo di regolazione.
Al contrario, proprio la tecnica da "motore di ricerca",
se talora sacrifica alla completezza la sistematicità, ha
il pregio di evidenziare come per ciascuna "parola chiave"
delle problematica pubblicitaria emerga, al contrario, un intreccio
di pluralità di fonti se non un eccesso di fonti e regolamentazioni,
non sempre (per usare un eufemismo) tra loro coordinate. E qui si
apre un tema cruciale, tanto assente dal dibattito sulla pubblicità
quanto invece sono presenti i luoghi comuni sul supposto "Far
West": come illustra l’Autore, la pubblicità rientra
direttamente nella sfera del diritto alla libertà di iniziativa
economica e perlomeno indirettamente (se non anche direttamente)
nella sfera del diritto alla libertà di manifestazione del
pensiero. Per alcuni la pubblicità non rappresenterebbe direttamente
un esercizio del diritto fondamentale di libera manifestazione del
pensiero (art. 21 della Costituzione), bensì rientrerebbe
nella sola sfera del diritto di iniziativa economica (art. 41 della
Costituzione). Benché questo problema non sia stato risolto
in dottrina e in giurisprudenza (in Germania (1) per esempio prevale
la tesi che si tratti di libera manifestazione del pensiero, pertanto
soggetta all'art.5 della Costituzione federale, corrispondente al
nostro art.21; in Italia, pur prevalendo la tesi opposta, permangono
indicazioni difformi e serie contraddizioni logiche all'interno
della dottrina prevalente) anche qualora si scegliesse la soluzione
dell'appartenenza della pubblicità direttamente alla sola
sfera economica, ai sensi dell'art.41 della Costituzione, la compressione
della libertà di comunicazione pubblicitaria può essere
motivata esclusivamente a fronte del rischio di dimostrati danni
alla sicurezza, libertà e dignità umana o di un conflitto
con una dimostrata utilità sociale. Ma non basta: anche ammesso
in via di ipotesi, ma non concesso, che la comunicazione pubblicitaria
non rientri direttamente nella manifestazione del pensiero, la cui
libertà è tutelata dall'art. 21 della Costituzione,
è indiscutibile che dal punto di vista strumentale, cioè
come strumento di supporto, di finanziamento dei veicoli attraverso
i quali si diffonde il pensiero, la pubblicità rientra indirettamente
nelle previsioni dell'art. 21 della Costituzione, in quanto norme
restrittive della possibilità di raccolta della pubblicità
sono ostative del finanziamento dei mezzi di comunicazione e quindi
della libera manifestazione del pensiero. Se gli interventi normativi
della pubblicità sono compressioni di diritti fondamentali,
allora ogni norma deve garantire il massima di libertà compatibile
con la limitazione strettamente necessaria per ottenere l'obiettivo
di tutela degli interessi generali coinvolti. Ogni eccesso normativo
(cioè ogni normazione che ecceda i confini sopra indicati)
comporta infatti limitazioni di libertà fondamentali e comporta
inefficienze dal punto di vista economico ossia elementi non necessari
e dannosi.
Ne discende che, nell'assumere provvedimenti normativi sulla pubblicità,
il Legislatore dovrà assumere un atteggiamento scientifico,
nel senso popperiano del termine, e non "magico": la necessità
di una norma al fine di tutelare interessi generali non può
essere solo evocata ma va dimostrata, sottoponendo la dimostrazione
ad un adeguato controllo sia di tipo empirico, attraverso lo studio
di esperienze passate nel nostro Paese e passate e presenti in altri
Paesi, sia di tipo logico deduttivo. In assenza di dimostrazione,
logico-deduttiva o empirico-induttiva di detta necessità,
nessuna norma che comprime libertà ed efficienza può
essere adottata. Ma neanche questo è sufficiente: non basta
infatti dimostrare che una norma è "efficace" nella
tutela di interessi generali, tutela che è obiettivo della
norma. Bisogna dimostrarne anche la proporzionalità , cioè
il saldo netto positivo tra costi della norma, in termini di compressione
di libertà ed efficienza (per esempio economica), e benefici
in termini di grado di raggiungimento dell'obiettivo della norma.
Questa procedura logica, che dovrebbe sottendere qualunque normativa
sulla pubblicità, genera però norme concrete sensibilmente
diverse a seconda del valore "economico" che si riconosce
alla pubblicità e al rapporto della stessa con i consumatori.
Le posizioni sul valore economico della pubblicità sono riconducibili
sostanzialmente a quattro famiglie: l'ideologia della pubblicità
come strumento positivo ad ogni livello (economico e sociale), la
posizione tradizionale marxista sulla pubblicità come "lavoro
improduttivo", la posizione anti-industriale/anti-consumista
sulla pubblicità come manipolazione della libera scelta del
consumatore (Scuola di Firenze, il cui più autorevole esponente
è stato il Prof. Barile), e la posizione utilitarista sulla
pubblicità come bene economico con effetti alternativamente
positivi o negativi dal punto di vista sociale. Non è qui
il caso di illustrare le tesi di queste quattro scuole. Ci si limita
a rilevare che, come si accennava sopra, l’Autore si iscrive certamente,
sia pure con posizioni originali, nella prima scuola, con le valutazioni
di tipo sociale contenute in particolare nel paragrafo 1 del Capitolo
I: non solo, come emerge nella letteratura della "ideologia
pubblicitaria", l'investimento pubblicitario è fattore
positivo e imprescindibile in un moderno sistema economico, rappresentando
la pubblicità un fattore di sviluppo generale a livello macroeconomico
(effetto moltiplicatore e utilizzo anticiclico della pubblicità)
e stimolando la competizione a livello microeconomico; non solo,
per quanto riguarda i cittadini, essi sono beneficiari in generale
dei miglioramenti macro e microeconomici indicati (la vivacità
della concorrenza migliora l'offerta e abbassa i prezzi) e, più
in particolare, in quanto destinatari e fruitori delle conoscenze/informazioni
contenute nella comunicazione pubblicitaria, sono in grado di operare
scelte economiche più veloci e consapevoli; non solo i consumatori
di mezzi di informazione godrebbero della riduzione/assenza di costo
dei mezzi grazie al finanziamento dalla pubblicità; ma (e
questo è il contributo originale dell’Autore) la pubblicità
costituirebbe lo strumento di una vera e propria "democrazia"
economica, assunzione, questa, che capovolge la visione di Vance
Packard sui "persuasori occulti" (cara invece alla scuola
di Firenze).I lettori potranno condividere o meno questa impostazione.
Certo è che non avranno difficoltà, dalla lettura
di questo testo, nel misurare quanto sia intricato l’inviluppo delle
norme e ipertrofica la produzione delle stesse. Infine, indipendentemente
dalla propria "scuola" di appartenenza, non avranno difficoltà
ad individuare quelle norme che, prima ancora che con l’opinabile
e discrezionale principio di "proporzionalità",
non reggono neppure al confronto con i più neutrali principi
di efficacia e necessarietà. E spetta agli operatori difendersi
non solo dalle normazioni future, ma anche dalle regolamentazioni
vigenti che comprimono ingiustificatamente la loro libertà,
prendendo piena consapevolezza dei propri diritti.
Questo nuovo libro di Amedeo Nigra ci fornisce molti stimoli ad
assumere questa consapevolezza.
(*)
Carlo Momigliano, noto manager del Gruppo Fininvest, è uno
dei maggiori esperti della prassi e della teoria della pubblicità.
(1)
L'Autore cita nel testo l'analogo orientamento in U.S.A..
LA
PUBBLICITA': UN TEMA VASTISSIMO
Prefazione a cura dell'autore (*)
Dopo
le prefazioni di Aldo Bonomo e di Carlo Momigliano, ci resta poco
da dire. Questo libro sulla pubblicità è stato scritto,
riscritto e limato, per far stare tutto in poco spazio. Questa è,
in fondo, la cultura della Grande Milano. Dove questo libro è
stato pensato e scritto: dare tanto, a costi sempre minori. Ed è
tutto in linea con l'argomento. La velocità e l'efficienza
sono infatti l'essenza della pubblicità. Che compie in pochi
secondi un'opera di esposizione che richiederebbe il lavoro di milioni
di persone.
Un libro per studiare di corsa, dunque. Ma non senza una paziente
ricerca di nuove soluzioni scientifiche. La "pubblicità",
ad esempio, viene definita come un bene futuro, oggetto di diritto
di rango costituzionale. Un diritto trasferibile da un soggetto
all'altro, per l'appunto, con il negozio di vendita di beni futuri.
La privacy, inoltre, viene definita come "il contrario della
pubblicità", cui si associa - simmetricamente - "il
contratto tipico di utilizzo dei dati personali", quando il
soggetto interessato decide di autorizzare l'uso dei propri dati.
Poi c'è Internet: "il più grande libro dell'universo".
Su tutto, abbiamo però la sensazione di essere di fronte
a un tema vastissimo, ancora da esplorare, non solo per il diritto,
ma soprattutto per l'economia e per la cultura. Dunque, aspettiamo
che qualcuno raccolga il testimone e che prosegua l'opera.
(*)
Amedeo Nigra, milanese, 52 anni, avvocato, giornalista pubblicista,
nei primi 10 anni della sua vita lavorativa ha collaborato con la
Direzione Centrale de "la Rinascente", divisione "UPIM",
occupandosi di problemi commerciali e di marketing operativo. Ha
poi iniziato la professione di avvocato a 32 anni ed è titolare
di uno studio legale che opera a Milano. E’ autore di numerose opere
e saggi, di natura giuridico-economica. Ha ideato e descritto la
teoria economica del "marketing sociale" e la figura giuridica
dal "diritto al profitto".
Indice
dell'opera
"LA
PUBBLICITA' E I SUOI CONTRATTI TIPICI"
di Amedeo Nigra
Pubblicità.
Forme e regole. Prefazione a cura di Aldo Bonomo pag. 11
La pubblicità e il diritto. Prefazione a cura di Carlo Momigliano.
pag. 13
La pubblicità: un tema vastissimo. Prefazione a cura dell'Autore.
pag. 17
Abbreviazioni e glossario pag. 19
Capitolo I
Il diritto di pubblicità e gli altri diritti pag. 21
1) La pubblicità come fenomeno economico-sociale pag. 21
2) La definizione legale di pubblicità pag. 22
2/1) Il codice di autodisciplina pubblicitaria: le altre definizioni
di pubblicità pag. 23
3) Limiti e caratteri della pubblicità pag. 25
3/1) La pubblicità occulta pag.26
3/2) L'originalità dei messaggi pubblicitari pag. 28
3/3) L'uso di parole straniere pag. 29
3/4) I messaggi scherzosi pag. 29
3/5) La pubblicità comparativa pag. 30
3/6) Le controversie di lavoro pag. 31
3/7) La correttezza professionale pag. 32
3/8) La pubblicità in regime di monopolio pag. 34
3/9) La denominazione sociale pag. 34
3/10) L'errore pag. 35
3/11) L'abbinamento pag. 38
3/11/1) La normativa della comunità europea pag. 39
3/12) Il messaggio iperbolico pag. 44
4) Il rispetto della persona pag. 45
5) Il rispetto dell'ordine pubblico pag. 49
6) Il diritto d'autore pag. 50
7) Le sentenze della Corte Costituzionale pag. 54
Capitolo II
Alcuni settori particolari pag. 57
1) La pubblicità di alimenti e bevande pag. 57
2) Le antichità e le bellezze artistiche pag. 61
3) La pubblicità assentita pag. 64
4) La pubblicità delle assicurazioni pag. 65
5) La pubblicità nei confronti dei bambini pag. 66
6) Il brevetto pag. 68
7) La pubblicità dei cosmetici pag. 70
8) I dati statistici pag. 72
9) L'etichettatura pag. 73
10) La pubblicità ferroviaria pag. 76
11) I film pag. 77
12) Le fotografie pag. 78
13) La ditta e l'insegna pag. 80
14) La pubblicità istituzionale pag. 81
15) I prezzi pag. 82
16) La pubblicità dei professionisti pag. 84
17) La pubblicità medica pag. 87
18) La pubblicità dei prodotti da fumo pag. 89
19) Il ritratto pag. 92
20) Il sigillo di Stato pag. 93
21) La pubblicità delle scuole pag. 94
22) La targa pag. 95
23) Le operazioni finanziarie e il credito al consumo pag. 96
24) La propaganda politica pag. 98
Capitolo III
I mezzi e gli spazi pag. 101
1) Il messaggio pag. 101
2) Il mezzo pag. 103
3) L'emittenza pag. 104
4) La pubblicità a mezzo stampa pag. 108
5) Le affissioni pag. 110
5/1) I cartelli stradali pag. 111
Capitolo IV
I contratti di massa: Internet e l'offerta al pubblico pag. 113
1) Le prospettive dei contratti di pubblicità pag. 113
2) I contratti a distanza pag. 114
3) Le operazioni promozionali pag. 116
4) La vendita per corrispondenza pag. 121
5) La pubblicità e Internet pag. 122
6) Il commercio elettronico pag. 124
7) La responsabilità del sito e del provider pag. 128
8) Le regole per il domain name pag. 130
9) Internet e il marchio pag. 132
10) Internet e il diritto d'autore pag. 134
11) La concorrenza sull'ipertesto pag. 135
12) I provvedimenti d'urgenza per la tutela abbreviata pag. 137
13) Internet e la Pubblica Amministrazione pag. 139
Capitolo V
I contratti "tecnici" pag. 141
1) La fornitura di pubblicità come appalto pag. 141
2) La fornitura di pubblicità come vendita di beni futuri
pag. 142
2.1) Il contratto di cessione dell'immagine pag. 144
3) La fornitura di pubblicità come servizio. La "concessione"
pag. 147
4) Il contratto di agenzia pag. 148
5) La clausola compromissoria pag. 150
6) La sponsorizzazione e il patrocinio pag. 151
7) La privacy e i contratti di utilizzo dei dati personali pag.
156
Capitolo VI
I conflitti pag. 171
1) Autorità garante per la concorrenza pag. 171
2) Autorità garante per le telecomunicazioni pag. 174
3) La responsabilità degli operatori pag. 178
4) La pubblicità ingannevole pag. 182
4.1) In generale pag. 183
4.2) Pubblicità ingannevole per carenze informative pag.
185
4.3) Pubblicità ingannevole per denigrazione pag. 186
4.4) Pubblicità ingannevole per attribuzione di qualità
specifiche pag. 186
4.5) Pubblicità ingannevole per uso del marchio pag. 187
4.6) Pubblicità ingannevole per comparazione pag. 188
4.7) La valutazione dell'ingannevolezza pag. 188
4.8) La possibilità di ricorrere alla legittima difesa pag.
189
4.9) Attività del garante pag. 189
4.10) Lo svolgimento del giudizio pag. 189
4.11) Lo sviamento di clientela e altre pronunce pag. 190
5) Carenze informative pag. 190
6) Il rimborso pag. 191
7) La contraffazione pag. 192
8) La denigrazione commerciale pag. 194
9) La diffamazione pag. 195
10) L'ingiuria pag. 197
11) L'attività del giornalista e la pubblicità pag.
198
12) Il diritto di rettifica pag. 200
13) La concorrenza sleale pag. 205>
13.1) Concorrenza sleale in generale pag. 205
13.2) Concorrenza sleale per mendacio pag. 208
13.3) Concorrenza sleale per denigrazione pag. 209
13.4) Concorrenza sleale per sviamento di clientela pag. 209
13.5) Concorrenza sleale per appropriazione di idee altrui pag.
210
13.6) Concorrenza sleale per uso di segni distintivi pag. 210
13.7) Concorrenza sleale nell'uso del marchio pag. 211
13.8) Concorrenza sleale nell'uso dei brevetti pag. 211
14) Il marchio pag. 212
15) I segni distintivi pag. 214
16) Le limitazioni alle "posizioni dominanti" pag. 215
17) L'imitazione servile pag. 217
18) La comparazione indiretta pag. 219
19) Lo sfruttamento di notorietà pag. 220
Capitolo VII
Il contenzioso pag. 223
1) Il contenzioso in generale pag. 223
1.1) Le associazioni di consumatori pag. 223
2) I provvedimenti dell'autorità garante pag. 225
2.1) Onere della prova pag. 230
3) Provvedimenti d'urgenza pag. 231
4) Pubblicazione della sentenza pag. 233
5) Sentenze del giurì pag. 234
Capitolo VIII
Le imposte sulla pubblicità pag. 237
1) La Pubblica Amministrazione in generale pag. 237
2) La pubblicità e l'editoria pag. 238
3) La pubblicità sugli autoveicoli pag. 241
4) L'imposta sulla pubblicità pag. 242
4/1) Definizione e interpretazione delle norme pag. 244
4/2) Fattispecie sottoposte al tributo pag. 245
4/3) Accertamento dell'imposta pag. 248
4/4) Responsabilità degli amministratori pag. 250
4/5) Vicende e illegittimità pag. 253
4/6) Concessionarie pag. 254
4/7) Gara pag. 256
4/8) Poteri della P.A. pag. 257
4/9) Capacità contributiva pag. 258
4/10) Opposizione a ingiunzione fiscale pag. 258
5) Il reddito pag. 259
Appendice dell'opera
"LA PUBBLICITA' E I SUOI CONTRATTI TIPICI" di Amedeo Nigra
1) D. Lgs. 15 novembre 1993, n. 507 - Revisione ed armonizzazione
dell'imposta comunale sulla pubblicità e del diritto sulle
pubbliche affissioni, della tassa per l'occupazione di spazi ed
aree pubbliche dei comuni e delle province nonché della tassa
per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani a norma dell'art. 4
della legge 23 ottobre 1992, n. 421, concernente il riordino della
finanza territoriale pag. 263
2) Legge 6 agosto 1990, n. 223 - Disciplina del sistema radiotelevisivo
pubblico e privato pag. 277
3) Legge 10 ottobre 1990, n. 287 - Norme per la tutela della concorrenza
e del mercato pag. 303
4) D. M. 30 novembre 1991, n. 425 - Regolamento concernente attuazione
degli articoli 13, 15 e 16 della Direttiva del Consiglio delle Comunità
europee del 3 ottobre 1989 (89/552/CEE), relativi alla pubblicità
televisiva dei prodotti del tabacco e delle bevande alcooliche ed
alla tutela dei minorenni pag. 312
5) D. Lgs. 25 gennaio 1992, n. 74 - Attuazione della direttiva 84/450/CEE
in materia di pubblicità ingannevole pag. 313
6) Legge 5 Febbraio 1992, n. 175 - Norme in materia di pubblicità
sanitaria e di repressione dell'esercizio abusivo delle professioni
sanitarie pag. 315
7) D. M. 9 Dicembre 1993, n. 581- Regolamento in materia di sponsorizzazioni
di programmi radiotelevisivi e offerte al pubblico pag. 318
8) Legge 31 Luglio 1997, n. 249 - Istituzione della Autorità
per le garanzie nelle comunicazioni e norme sui sistemi di telecomunicazione
e radiotelevisivo pag. 322
9) Codice di autodisciplina pubblicitaria pag. 343
10) D. M. 4 luglio 1991, n. 439- Regolamento recante norme sulla
sponsorizzazione dei programmi radiotelevisivi pag. 352
11) Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio 6 ottobre 1997,
n. 97/55/CE - Modifica della direttiva 84/450/CEE relativa alla
pubblicità ingannevole al fine di includervi la pubblicità
comparativa pag. 364
12) D. Lgs. 25 febbraio 2000, n. 67 - Attuazione direttiva 97/55/CE,
che modifica la direttiva 84/450/CEE, in materia di pubblicità
ingannevole e comparativa pag. 368.
Indice
analitico-alfabetico pag. 371
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