Home Page
   
Chi siamo
Presentazione  
Indirizzi e e-mail  
Dicono di noi  
Curiosità personali  
Pubblicazioni
La tutela del profitto  
La società per azioni  
La pubblicità e i suoi contratti tipici  
Codice commentato del leasing  
Manuale del trasporto  
Lesione del credito  
Il danno biologico  
Locazione finanziaria  
Obbligazioni pecuniarie  
Il factoring come emptio spei  
Studi in corso
Sociologia del diritto  
Internet e globalizzazione  
Commercio elettronico  
Testi disponibili

e materie trattate

Profitto  
Leasing  
Diritto civile  
Diritto d'impresa  
Diritto amministrativo e tributario  
Diritto penale  
Pubblicità  
Trasporto  
Link utili  
Divagazioni  

Mappa

Cliccate qui per contattarci

 

COMMENTI

 

ARRIVA LA FIRMA DIGITALE

E LA SICUREZZA E' SERVITA

La firma digitale è l’unico strumento per rendere veramente certe e “valide” le comunicazioni e i documenti elettronici. Questa firma digitale è in pratica un sigillo informatico, che si appone alla fine di un “file” o una “e-mail”, per certificarne la provenienza.

Attualmente questa procedura è scarsamente utilizzata. Ma, tra breve, la firma digitale sarà indispensabile e servirà per tantissimi usi: per operare con le banche, per compiere prenotazioni di ogni tipo e, soprattutto, per dialogare con le grandi società, con la pubblica amministrazione e – principalmente – per risparmiare il tempo, che si impiega nelle file e nelle attese negli uffici pubblici. Il Governo Berlusconi e il Ministro della Innovazione, Lucio Stanca, hanno già previsto molte innovazioni in questo campo e, quindi, dobbiamo iniziare a prepararci.

Ebbene, chi vorrà operare con firma digitale, dovrà rivolgersi ad una società autorizzata, da cui avrà un pacchetto di istruzioni (il cosiddetto “kit”), costituito da un programma operativo (“soft”), da codici segreti (chiavi asimmetriche) e da una smart card (una tessera simile a quella del bancomat o della carta di credito), contenente la stessa firma digitale.

Le chiavi asimmetriche sono un insieme di lettere “crittografiche” (cioè, codici segreti), una privata ed una pubblica, tra loro collegate. Dunque, la procedura di certificazione non è altro che la verifica (informatica e, cioè, con un pc) della esatta corrispondenza tra chiave pubblica e quella privata del soggetto titolare: quando tutti i dati corrispondono, sappiamo che la firma è autentica.

L’operazione sembra complessa e astrusa. In realtà, non lo è. Occorre solo un po’ di pratica e di studio, come in tutte le cose. Per controllare la validità della firma esistono diverse procedure. Sintetizzando al massimo, si può dire che occorrerà interrogare via internet la società consulente (iscritta in un apposito albo) per sapere se la firma sia valida e, soprattutto, non bloccata o scaduta.

Attualmente, numerose società si stanno attrezzando per offrire servizi di assistenza per la firma digitale, ben sapendo che in questo modo si creano contatti e relazioni commercialmente utili. Anche la società Postecom (delle Poste Italiane), iscritta nell’elenco pubblico dei certificatori, ha deciso di offrire questo tipo di servizio. E, a questo proposito, ha creato un apposito kit, che consente l’identificazione personale, la registrazione presso un ufficio abilitato, il ritiro della propria smart card personalizzata e tutti gli altri elementi necessari.

Oltre a disporre del kit, per utilizzare e per operare con la propria firma digitale, chi vorrà seguire questa via, dovrà registrarsi sul sito www.poste.it, recandosi poi presso un ufficio postale abilitato. Un altro metodo alternativo potrà senz’altro consistere nel rivolgersi ad un consulente informatico: una figura sconosciuta fino a ieri. Ma, come è noto, con internet, tutto cambia alla velocità della luce.

 

(*) Nota: l'articolo, scritto da Amedeo Nigra (www.studiolegalenigra.com), è già stato pubblicato da Economia di Q.N. il 16/11/2002 e viene qui riproposto per la sua attualità.

Commenti

 

       

                                            Copyright Studio Legale Nigra