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METTI UNA SERA A CENA CON IL GOVERNATORE

E' il sogno di tutti gli uomini d'affari. Un'ora di nozioni economiche. In pillole e di prima qualità. E' accaduto la scorsa settimana, a Milano, con il gruppo denominato "Cultura Etica e Finanza", organizzato dal Professor Angelo Caloia. Un cenacolo culturale, di area cattolica, che da anni dibatte gli argomenti di grande attualità, come il federalismo, l'Unione Europea, la previdenza, la globalizzazione, invitando personaggi di notevole rilievo. Dal Commissario Europeo Delor, al Presidente della Repubblica Ciampi, all'allora Presidente del Senato, Mancino.
Questa volta, l'ospite di rilievo era il Governatore della Banca d'Italia, Antonio Fazio, intervenuto a Milano, proprio il giorno in cui a Roma si discuteva del famoso buco di bilancio. Erano invitati alla cena conviviale nomi importanti della cultura e dell'economia milanesi, come Giovanni Bazzoli, Giorgio Rumi, Tancredi Bianchi, Alberto Quadrio Curzio, Gianmaria Roveraro, Alfonso Desiata e tantissimi altri.
Tutti si aspettavano che si trattasse appunto del buco di bilancio. Ma questo tema non è mai stato affrontato, anche se l'argomento incombeva su i commensali, come una specie di fantasma dell'opera. C'era anche un grande "Innominato". Il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Costantemente presente, quando si parlava di sviluppo e di nuovo metodo dell'economia. Ma, per l'appunto, mai nominato neanche una sola volta. Ne avrei parlato io. Ma il cronometro era alleato con lo spirito della platea.
Cultura in pillole, dicevamo. L'aspetto più interessante riguardava sicuramente il commercio. Definito dal Governatore della Banca d'Italia come il grande motore dell'economia mondiale. Poi, naturalmente, la moneta, la borsa, lo sviluppo.
Il primo intervento è stato di Padre Sorge. Il quale ha chiesto all'incirca: "Governatore, ma in tutto questo discorso, la politica dov'è?". Il Sacerdote voleva così spiegare la necessità, costantemente sostenuta dalla cultura contemporanea, del primato della politica. Disciplina - quest'ultima - in grado di affermare la solidarietà, anche "contro" l'economia. Il Governatore ha risposto brillantemente, spiegando la necessità di contemperare gli interessi in gioco, proprio attraverso una politica attenta a tutte le componenti della società.
L'ora era tarda. E la chiusura è stata affidata ad Alfonso Desiata. Il quale ha pronunziato le magiche parole. "Per la solidarietà ci vogliono le imprese", ha detto con semplicità. "E, soprattutto, occorrono ordine e competenza, tutte cose che io ho imparato", proseguiva Desiata, "quando mio padre mi costrinse a studiare a calci nel sedere" (parole testuali, dette con autoironia) e a lavorare, in settori sempre diversi". Ecco, in questi concetti, c'è la grande morale della solidarietà. Tutti guardano alla politica come a quella "cavalleria", che arriva a briglie sciolte, per salvare tutto e tutti. Ma in realtà (anche se dirlo non si usa), molto spesso la cavalleria è l'impresa. Aerei, medicinali, alimentari, carburanti, trasporti: tutti beni industriali, indispensabili per ogni aiuto economico (a.n.). (Pubblicato da Libero il 21 Luglio 2001)

 

 

 

 

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